Il Centro Storico di Arequipa, patrimonio culturale dell'Umanità dall'anno 1994, è un’eccezionale esempio di sintesi fra un insediamento spagnolo coloniale e le influenze indigene dell’epoca, fra il processo di conquista, di evangelizzazione e la resistenza delle culture e credenze tradizionali, fra le sfide imposte dalla natura circostante la città e la spettacolare razionalità urbanistica che, nonostante tutto, ne ha caratterizzato l’ordinata impostazione e d il rigoglioso sviluppo.
Arequipa è stata fondata nel 1540 da una manciata di conquistadores e la sua architettura estremamente raffinata ed adornata rappresenta un capolavoro di integrazione creativa fra le caratteristiche artistiche ed intellettuali europee, importate dagli spagnoli, e quelle native, e può essere considerata un eccellente risultato di questo dualismo fondamentale per l'espressione culturale di tutta la regione andina circostant.
Tutta la città è situata in una valle che fu intensamente coltivata dalle comunità pre-ispaniche, e le caratteristiche del precedente “villaggio indigeno” sono oggi sopravvissute nei pressi del centro storico del quartiere di San Lázaro.
La parte più pregevole del centro storico, che poi compone per l’intero il “patrimonio UNESCO” di Arequipa, è composta da 49 “quadras” (i nostri isolati) realizzati dagli architetti spagnoli, con l’esclusione di tre blocchi urbani adiacenti il Mercado San Camilo considerati non sufficientemente pregiati a causa del loro stile poco raffinato.
Oltre a questo architettonico corpo centrale, nella città si rinvengono ulteriori 24 quadras realizzate dopo il primo periodo coloniale e risalenti al 19° secolo.
E’ possibile individuare, per Arequipa, cinque fondamentali periodi di sviluppo: fondazione come villaggio (1540-1582), splendore barocco (1582-1784), introduzione di rococò e neoclassicismo (1784-1868), l'empirismo moderno e ispirazione alla moda neoclassica (1868-1960) ed al design contemporaneo.
In questi periodi i numerosi terremoti conosciuti dalla regione hanno segnato alcuni dei momenti chiave del cambiamento e dello sviluppo dell'architettura Arequipena.
Ad esempio, la catastrofe naturale del terremoto del 1582 ha provocato un cambiamento importante a favore delle moderne costruzioni antisismiche, con la sistematica introduzione nella progettazione dei nuovi edifici dell’uso della pietra conosciuta come “sillar”, una pietra rosa o color perla vulcanica che era estremamente disponibile nelle “canteras” (miniere) circostanti la valle in cui era adagiata la città.
All'inizio questo materiale venne utilizzato solo per abbellire le porte della chiesa principale e come muro perimetrale di una manciata di abitazioni del centro.
Ma gli architetti e gli ingegneri dell’epoca si resero immediatamente conto che la sua consistenza morbida, leggera, elegante e resistente poteva fornire al tempo stesso una soluzione ottimale ai problemi causati da terremoti ed alle esigenze estetiche della ricostruzione.
L’uso di questa pietra, di colore rosa o biancastro, divenne sempre più importante, tanto da far guadagnare ad Arequipa il suggestivo nome di “Ciudad Blanca” (Città Bianca) perché molto probabilmente, in un’epoca in cui l’aria era permanentemente tersa e lo smog assente, proprio così, bianco e sfavillante, si doveva presentare il centro storico ricostruito con questa pietra chiara e scintillante sotto il sole permanente che ancora oggi rallegra questa regione Andina, donandole fra l’altro un clima eccezionalmente mite e gradevole.
Il nucleo della città storica è, ovviamente, la Plaza de Armas (Plaza Mayor), con i suoi archi, il palazzo del Comune e la cattedrale, il più importante edificio neoclassico e religioso del paese, costruita verso la metà del 19 ° secolo sulle rovine di una precedente chiesaBarocco, crollata parzialmente a causa del terremoto dell’anno 2000 e nuovamente ricostruita, in tutto il suo splendore, prima dell’anno 2002.
Ad un angolo della piazza, quasi a non voler disturbare la geometrica armonia che domina i balconi che la cingono, si trovano la chiesa ed il chiostro della Chiesa della Compañia di Gesù che, realizzati alla fine del 18 ° secolo, rappresentano l'ensemble più rappresentativo del periodo barocco/meticcio.
Il Monasterio de Santa Catalina è una cittadella religiosa spettacolare, ed integra gli stili architettonici che si sono susseguiti in Spagna e nel regno coloniale dal 16 ° al 19 ° secolo L’edificio, o meglio gli edifici compongono tutti insieme il monastero intitolato alla famosa santa Italiana, ha una superficie di 20.000 m2 ed è un vero tripudio di eleganti cortili ricamati da porticati color lapislazzulo, lunghi corridoi di intonaco bianco punteggiati da garofani rosso fuoco appesi a finestre avare di luce e protette da inferriate di ferro sapientemente battuto, case monacali dalla pittura ocra e piazze, piazzuole e fontane incuriosite da un intenso quanto insolito color terra di siena.
Il complesso di San Francisco, comprende invece una piccola piazza interamente realizzata in sillar, la chiesa principale, il convento e il chiostro del terzo ordine. Qui domina il colore della pietra, in un continuum cromatico che da un ragionato senso di equilibrio e di serenità a chi, seduto all’interno del chiostro, si rilassa all’ombra riparandosi dal sole cocente dei pomeriggi Arequipeni.
Le cappelle e conventi di data Santo Domingo sono stati realizzati dal 16° al 18° secolo, insieme alla chiesa di San Agustín, La Merced, la chiesa di Santa Maria, Santa Teresa e Santa Rosa; La porta laterale della Iglesia de Santo Domingo conserva un’allegoria del Giudizio Universale, ed è un esempio di varie espressioni artistiche, normalmente presenti in tutti i portoni della città e della regione.
Puente Real (ora Puente Bolognesi) e Puente Grau sono ancora costruiti interamente in sillar.
Il Centro Storico conta circa 500 Casonas coloniali, di cui oltre 250 protette per il loro pregio architettonico.Queste case, signorili o possedute da famiglie di ricchi proprietari terrieri di origine locale cresciuti grazie agli affari sviluppati con il regno spagnolo, sono state costruite generalmente nel 19 ° secolo sui siti di precedenti edifici coloniali distrutti dal devastante terremoto del1868.
Le strutture degli edifici crollati furono migliorate con motivi ornamentali realizzati da grandi e spesse cornici arrotondate o da sculture ricavate da su superfici piane originariamente.
La luce si combina in queste costruzioni fino a creare un dinamismo che alleggerisce la naturale pesantezza della struttura e della materia e la rende più interessante e leggera.
Il merito dell’architettura Arequipa è quello di rappresentare uno spettacolare insieme di strade, porticati, piazze, chiese e Casonas coloniali che pur nato da passioni, stili e periodi diversi, pur interrotti nella loro continuità da frequenti terremoti, riesce a garantire l'armonia e l'integrità del paesaggio urbano ed a fornire a tutta la città un eccezionale valore artistico.