3° gg | YARINA - GERMAN CANO: Selva Pura
Estensione in Amazzonia - Regione di Loreto - Dormire nella foresta protetti solamente da una maglia antizanzare.
Questa è una giornata bella tosta! di primo mattino, stile sonnambuli, si affronta una partenza in barca per la cosiddetta Zona di “protezione stretta". Questa è una parte della foresta completamente disabitata e selvaggia…gli unici che infatti riescono a sopravvivere per diverso periodo da soli, in questa zona, sono gli operatori del consorzio e i guardia parco…ed infatti si dorme proprio presso un accampamento accanto ai guardia parco…German Cano. Tutta l’area circostante, è molto ricca di animali e anche se non facilmente si possono avvistare la lontra gigante, gli ara, ossia i pappagalli colorati di giallo, rosso azzurro e nero, i delfini grigi e, infine, alcune scimmie. Viste le difficoltà logistiche della giornata, il pranzo si affronta al sacco, in barca, navigando o fermi in qualche piccola insenatura del rio. Magari durante una sosta presso la piccola conca di Llachyhuay, dove e possibile fare un bagno fra i delfini e milioni di pesci che mordicchiano le chiappe di chi è tanto pazzoide da tuffarsi nell’acqua sempre più scura. Non bisogna mai dimenticare che ci troviamo nel bel mezzo di un bosco vergine inondabile. Quest’anno, mi sono tuffato proprio in questo punto e, insieme alla mia amica Sara, ho iniziato a nuotare verso il centro del rio…improvvisamente hanno cominciato a morderci le gambe, la schiena e il sederino migliaia di minuscole bocche voraci…Oddio! Non è che abbiamo avuto paura (!) perché i ragazzi del consorzio ci guardavano e ridevano divertiti…però abbiamo deciso di uscire ugualmente, io e Sara, perché fra l’altro se i morsi non facevano male erano però fonte di notevole solletico!!! Ad ogni modo, usciti, ci hanno spiegato che trattatasi di “sardinas” minuscoli pascetti che mordono le chiappette del turista per Hobby, così, per vedere l’effetto che fa! I pirana, invece, si avvicinano solamente se c’è motivo, sangue e roba varia. Quindi, se non si hanno addosso ferite o altro (leggasi…quel periodo delle donne!!!) non si corrono rischi….certo, mettersi a pescare nello stesso posto dove si è appena fatto il bagno e tirare su dei bei piranoni….fa un certo effetto….ma la sicurezza è garantita. Tutto è sicuro con quelli del Consorzio. La foresta è casa loro. Quando si arriva all’accampamento di German Caño ci si trova di fronte ad un “tambo”, che in lingua significa sostanzialmente “posto di riposo” (il tambo nella storia Inca era anche il punto in cui le staffette inca si davano il cambio nelle lunghe marce che erano costrete a fare fra gli altipiani e le distese Perùviane…) Qui, il nostro tambo, è una casa a su palafitte con tetto e protetta da maglia mosquitero, all’interno del quale si montano delle belle tende (!) che per una notte saranno la nostra accogliente cameretta nella foresta amazzonica….. Il “tambo” è dotato di una “gradevole” latrina, ma non credo che nessuno si aspetti qualche cosa di diverso nel bel mezzo della foresta, a quattro giorni di distanza dalla prima città, che si trova a sua volta a due ore di volo o una settimana di navigazione dalla civilt! Qui, poi, anche per motivi di protezione non è possibile piantare nemmeno un palo, e, men che meno, costruire un rifugio come quelli che ospitano i visitatori nei giorni precedenti e seguenti. Quindi, forza e coraggio, che il tutto è pure bello e affascinante!!!Il Consorzio fornisce tutto, tende, materassini e attrezzature da campo per la cena…se si vuole, in realtà, si può portare con se solo un sacco lenzuolo. La cena, come già vi ho detto prima, è frutto della abilità della esperienza delle cuoche e degli accompagnatori che riescono a cuocere pesce, uova, carne e preparare frutta in condizioni in cui noi non riusciremmo nemmeno a trovare il posto o il modo per accendere un fuoco.