5° gg | EL DORADO: Non ci sono parole.
Estensione in Amazzonia - Regione di Loreto - Alla scoperta della laguna.
Il giorno prima della partenza, genericamente, viene dedicata ad una escursione per la Laguna e per i suoi canali, e c’è anche la possibilità di spostarsi in canoa per apprezzare al meglio il suono della selva. Ci si può anche dedicare alla pesca, di piccoli pirañas o di altri pesci…Noi, per la verità siamo stati fortunatissimi, ed abbiamo avuto il privilegio di osservare la pesca dell’Arauana, un bellissimo pesce maschio che tiene nella sua bocca tutti i piccoli pascetti, prima di liberarli nelle acque dorate della laguna. Il pesce è molto pregiato, e la sua cattura avviane con molta cura. Come con molta cura avviene la pesca del Paiche, che dietro autorizzazione della direzione della riserva può anch’essa essere osservata.
Quest’ultimo, è il pesce di acqua dolce più grande del mondo, dai meravigliosi colori della perla e dalle striature rosse sotto la pancia; arriva a pesare oltre 150 chilogrammi ed ha una forza immensa, primordiale, priva di freni. Solamente l’esperienza e la maestria degli Yacu Taita è in grado di afferrarlo e domarlo. Ma loro sono i padri dell’acqua e solo a loro, questo, è permesso. Si può arrivare sino a fare una piccola escursione al caño Llanchama, ovvero il canale di ingresso alla cocha. Durante questo tragitto, c’è la possibilità di approdare su delle piccole spiaggette dove gli uomini del consorzio, con molta accortezza e attenzione, possono mostrare il luogo dove le tartarughe d’acqua depongono le uova. Se è periodo, poi, si può partecipare alle attività di raccolta e preservazione delle uova, ovvero alla salvaguardia della specie della Taricaya, oramai comunque non più in pericolo grazie all’operato di questa gente amorevole e meravigliosa. Si tratta di scavare letteralmente nella sabbia, per trovare i nidi, raccogliere delicatamente le uova, con l’aiuto delle guide e, facendo attenzione a non maneggiarle in maniera errata, numerarle, contarle e poi trasportarle sino ad un luogo dove verranno ripiantate e messe al riparo da predatori e cacciatori di frodo. Ognuno, se vuole, potrà avere la sua picola nidiata di tartarughine, ed il nido porterà il nome di chi ha piantato le uova…commovente no? La cena e la notte si passano in rifugio…senza che ovviamente manchino incontri “particolari”.
Ad esempio, quest’anno, menre Elena, la nostra accompagnatrice, andava di sera verso il rio per ritirare alcuni panni stesi ad asciugare, ha trovato due meravigliosi capibara che mangiucchiavano le piante tutto intorno al rifugio!!! Incontrarli da vicino e poterli ammirare in tutta la loro imbarazzante goffaggine e rotondità è stato divertentissimo ed emozionante! Un po’ meno è stato dover togliere un bel ragnone nero e giallo grosso come un pugno di Myke Tyson dalla maglia protettiva della finestra…Ma niente paura!!! La maglia è, appunto, protettiva!!!Nei giorni seguenti, poi, si inizia il viaggio di ritorno verso il punto di partenza, ovvero il villaggio di Nauta, dal quale poi si tornerà ad Iquitos, per concedersi almeno un giorno di riposoc’è sempre bisogno ed è sempre utile uscire dalla riserva almeno uno o due giorni prima dell’inizio del viaggio di ritorno da Iquitos verso Lima. Infatti, può accadere che la strada da Nauta ad iquitos sia impraticabile, o che i voli da Iquitos a Lima siano cancellati…e perdere il volo intercontinentale di ritorno verso il nostro mondo potrebbe anche essere gradevole…ma dovrebbe comunque essere frutto di una scelta!
Non di un imprevisto, non credete!Tornando ad Iquitos, potrete rilassarvi in qualche hotel, visitare il Malecon e i suoi localini o ancora girovagare ai bordi della selva alla ricerca di qualche vecchia curandera che vi offrirà qualche pianta medicinale per tutti, o quasi, gli acciacchi e i malanni (io no ho trovati di buonissimi come l’aceite de boa nigro o l’aceite de copaiba per le infiammazioni, le contusioni o i dolori articolari! Effetti incredibili!). Io, da parte mia, vi consiglio di allontanarvi dalla confusione di plaza de armas e sedervi in qualche minuscola chevicheria a gustare piatti regionali, bere Cristal Tropicalizada gelata e guardare da lontano il sole che cade dentro il mare verde, crecando di immortalare con gli occhi tutta la meraviglia che potete. Detto questo, forse, ho detto tutto…o quasi. Quello che non posso dire e raccontare, invece, sono gli enormi cambiamenti che vi porterete dietro dopo essere stati accolti dalla selva. La selva vi cambierà…magari non ve ne accorgerete subito, ma vi cambierà. C’è addirittura chi non riesce più a farne a meno e rimane rapito nella rete di smeraldo, scegliendo di vivere come ognuno dovrebbe…libero ed in pace!