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Piccola Guida Responsabile del Perù

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COLCA CANYON - CRUZ DEL CONDOR - AREQUIPA: Sua maestà il condor

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Altitudine: 3.800 mt slm. Percorrenza: circa 2/3 ore di su e giù!

Ci si alza alle 4,30 del mattino perché si devono andare a vedere i CONDORES che volano sul Canyon. Per arrivare alla Cruz del condor, si attraversano, sulla strada polverosa, un paesino che si chiama Yanque e uno che si chiama Maca, dove c'è una gran bella chiesa coloniale distrutta dal terremoto del 2000 e che stanno ristrutturando.

 

Quest’anno, ho potuto vedere che i lavori sono quasi finiti e il risultato è davvero apprezzabile. Ci si ferma varie volte per ammirare le ANDENES, ovvero le terrazze de coltivo che venivano usate dagli Incas per coltivare sulle pareti scoscese delle montagne. Detto così sembra niente, ma i paesaggi sono impressionanti: ci sono decine di migliaia (forse esagero ma ci sta bene) di terrazze che scendono e salgono dalla montagna per oltre 70 Km, le loro forme sono ricavate dalla curve naturali del terreno ed il loro colore è una mescolanza di tutte le tonalità di verde che si possono immaginare; il risultato è una armoniosa visione di terra, cielo e fiume che si fondono e si snodano sinuosi fino a dove gli occhi possono spingersi…e anche oltre, nei luoghi della mente e dell’immaginario. 

 

Il tutto in un Canyon alto più di 1500 mt sul cui fondo corre il Rio Colca, il fiume che ha scavato la gola nella quale ci si muove e che, nel silenzio assoluto e rigido della mattina, fa spesso sentire la sua voce a chi lo guarda dall'alto della strada che scorre sulla cresta del Canyon. Insomma, vi posso assicurare che, se trovandovi in questo quadro dipinto da Dio in uno dei suoi giorni di forma migliore, avete pure la fortuna di vedere sorgere il sole, allora davvero viene la voglia di mettersi seduti, comodi, a guardarne i raggi che sembrano delle potenti e gigantesche spade di luce lunghe 100 km che affettano la nebbia umida e trasparente che sale dal fondo e, storditi dall'infinito, ci si ritrova ad aspettare, aspettare ed aspettare..................fino a quando gli altri che sono con vo si arrabbiano e suonano con il pullman che deve ripartire! A me è successo così! Si arriva alla Cruz del Condor, un punto di osservazione dove si sta tutti radunati in religioso silenzio e, se si è fortunati, si vedono volare bestioni con tre metri di ali a 10 mt dalla testa che fanno un rumore come quello di un gigantesco flauto di pan e proiettano un ombra da pterodattilo preistorico. Sono così impressionanti che in certi momenti hai paura persino che allunghino le zampone e ti portino in alto con loro a volare sulle montagne innevate.

 

Il mirador della Cruz del Condor è a davvero a strapiombo sul canion e se vuoi, ma sarebbe meglio dire “se ce la fai”, puoi stare seduto sul bordo roccioso con le gambe a penzoloni con 1.500 mt di aria sotto i pedi mentre cerchi di scattare foto ai benedetti condores. Un po’ di tempo fa, si narra, qualcuno un po’ disattento si è lasciato prendere dall'emozione del momento mistico e, udite udite, si è ritrovato a fare un bel volo in linea retta fino in fondo al fiume.

 

Poveraccio. Quindi, fate attenzione a dove metete i piedi. Non siete proprio nel cortile di casa vostra. Adesso, alcuni piccoli consigli. Il primo anno che sono arrivato alla cruz, mi hanno detto di andare prestissimo (mi hanno fatto alzare dall’hotel alle 4.30) perché gli uccelloni, dicevano gli autoctoni e le guide, ci sono solo fino alle 8.30/9.00, visto che, dopo quell’ora, le correnti calde ed ascensionali che vengono dal mare, e che si infilano nel Canon sostenendo gli uccelloni, se ne vanno, e gli uccelloni pure, perchè sono pesanti e, dopo una certa ora, se non sono sostenuti dalle termiche (così si chiamano le correnti d’aria) gli fa fatica volare!

 

Quest’anno, che stavo con il mio bel pullmino verde speranza, ho fatto rimanere il mio gruppetto alla cruz del condor fino a quando tutti gli altri turisti sono andati via. Così, verso le dieci, dieci e mezza, quando i vari gruppetti da venti/trenta viaggiatori se ne sono andati perché correvano da qualche altra parte, noi siamo rimasti li soli soletti e, puntualmente, gli uccelloni si sono alzati a decine, solo per noi. Ci hanno danzato davanti per più di un’ora, potenti, maestosi e regali, affettando l’aria con le ali più grandi che io abbia mai visto.

 

Ci guardavano fieri e fermi, ogni volta che ci passavano davanti, a non più di cinque sei metri di distanza, mentre noi rimanevamo impietriti ed inebetiti sul ciglio dello strapiombo. Alla fine le nostre macchine fotografiche, e le nostre videocamere, erano sazie di uccelloni per circa un secolo, e le foto che sono scappate fuori sono degne di National Geographic. Un consiglio. Se andate alla Cruz del Condor, portatevi un 200 o un 400 (di obiettivo dico) e un rullino da 100 ASA. In questa maniera, se sarete bravi, riuscite a fotografargli pure i peli del naso….mentre se siete sfigati e gli uccelloni non saranno sono alzati, almeno potrete fotografarli mentre se ne stanno placidi ed appollaiati laggiù, sulle rocce, a qualche centinaio di metri distanti da voi. Comunque, dopo aver osservato i condores per un’oretta buona, si torna indietro e si passeggia sul ciglio del Canion, sempre stando attenti a non provare l'ebbrezza del volo in linea retta, mi raccomando. Si fa ritorno a Chivay per mangiare in un altro ristorantino a 5/6 Usd.

 

Si ritorna all'albergo, si prendono baracca e burattini, e si ritorna, per le sei di sera, in albergo ad Arequipa, in città. Sul pullman per il ritorno chi non sviene dalla fatica vince una bambolina! La sera si esce e si va a mangiare all'Arequipay, un delizioso ristorantino che cucina un porcellino d'india (il cuy) eccezionale, basta non pensare che si sta mangiando, praticamente, un topone gigante! Si ritorna in albergo e si sviene, nuovamente, sul letto. Il giorno seguente, se si ha tempo, si può passare a fare shopping ad Arequipa dove si può acquistare dell'ottimo artigianato in tutti i negozietti che si incontrano. In particolare, ad Arequipa c’è un bel mercatino regionale che racchiude tutti i tipi di artigianato del Perù suddiviso per dipartimenti, ovvero per distretti provinciali. Questo mercatino c'è per tutto Agosto, mentre a Settembre la popolazione dei venditori scarseggia. Si può visitare poi la nuova cattedrale (inaugurata nel 2002), la bellissima e ristrutturata Plaza de Armas, ed infine si può andare da un tizio che vende dei prodotti di lana di alpaca che sono pregiatissimi e che costano fino a 10/15 volte di meno che in Italia. Per esempio, una mantella di lana di Baby Alpaca con uno scialle che qui costa 500 euro io l'ho pagato 60 dollari. Ma se non venite con me non vi dico come si chiama il Tizio e ne dove lo trovate. Zacchete!!!

 

Per quanto riguarda i piatti che dovrete provare qui ad Arequipa…io vi consiglio questo:

Rocoto relleno: un buonissimo, pesantissimo e piccantissimo peperone ripieno di carne che nella sua migliore forma si presenta coperto di una salsa de queso con tutt’attorno olive, aji e uova sode. Praticamente ci mettete una settimana a digerirlo a questa altitudine! Poi dovete mangiucchiare l’Adobo che è carne cotta a fuoco lento e macerata in vinagrette, condita con aji, chicha e comino…e poi il Chupe de Camarones, che sarebbe una zuppa di gamberoni buona e piccante che si prepara con arroz (il riso) latte, aji, vino, patate e altre cose che adesso non mi ricordo…

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