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Piccola Guida Responsabile del Perù

Gabriele Serrau Presidente di Peeruresponsabile
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ISLA TAQUILE: Il nostro primo turismo comunitario

Icona della mappa del Peru

Probabilmente la notte più alta della vosra vita.

Altitudine: 4.150 mt slm;

Percorrenza – circa tre ore di barca;

Questo uno dei pernottamenti più duri ma, sicuramente, va incluso fra i più affascinanti. Per arrivare a Taquile si parte da Puno la mattina alle 7.20 e si pagano 20 soles, 6 euro, o giu di li, per andare e tornare. Il tragitto si fa su dei barconi a motore che sarebbero agevolmente superati in velocità da un’anatra zoppa con poca voglia di nuotare, e si arriva dopo 4 ore, se tutto va bene.


Nel tragitto ci si ferma una mezzora sulle isole UROS, ovvero le isole galleggianti o flottanti, che si trovano sparse per la parte peruana del lago. In sostanza si tratta di grossi zatteroni di alcune migliaia di mtq fatte di TOTORA, una specie di canna di bambu' galleggiante che resiste nell'acqua gelida del Titicaca per circa sei mesi e, poi, marcisce nel suo strato inferiore e deve essere sostituita da altre canne, nello strato superiore, per mantenere uno spessore di circa 6 mt sotto il livello del lago, altrimenti l’isolotto affonda.


Si riparte e in tre ore circa si arriva a Taquile. Questo, al contrario di Uros, è' veramente un posto fuori dal mondo.

E' abitato dai Taquileni, gente solida e rocciosa che ha voluto tentare di gestire tutto il turismo per conto proprio… e almeno in parte ci sono riusciti…Per ora, alcune delle comunità che qui vivono, lo fanno in maniera tale da garantire un basso impatto del turismo sull’ecosistema dell'isola. La organizzazione urbanistica di Taquile rispecchia simbolicamente, o almeno quella era l’intenzione quando cos’ venne suddivisa, quella del vecchio impero INCA. L’impero, infatti, era diviso in 4 Suyos, che comprendevano tutto il regno e si chiamavano………. Qui, invece ci sono sei Suyos, ognuno retto e gestito da una comunità…che poi ha dei rappresentanti che si riuniscono e che interagiscono con un Alcalde…,l’Alcalde de Taquile. La cosa interessante è che qui le autorità si riconoscono dal colore del cappello, come i ministri, anche loro con il cappello colorato tipico delle persone importanti. Loro stessi guidano i barconi dalla terra ferma sino all'isola e viceversa.


Su tutta l'isola, o quasi, l'energia elettrica è una rarità, l'acqua corrente pure e i bagni sono delle graziose buche scavate per terra che metteranno alla prova il boyscout che è in voi. Poi c’è qualcuno che dentro il boyscout non ce lo ha proprio, oppure è andato a farsi un giro..e allora, purtroppo, viste le estreme condizioni…niente cacca per due o tre giorni! e con tutte quelle patate e mais, verdura e sopas nella pancetta…vi assicuro che il desiderio di un bel water candido si farà sentire. AAAHHH se si farà sentire! Genericamente, in relazione alla comunità dalla quale in cui si scende, si viene accolti da una specie di consiglio di paese. La prima volta mi è capitato di scendere a Chunopampa Suyo, il più famoso fra i suyos perché è quello che si trova alla sommità della famosa salita spaccagambe di 500 scalini, una salita quando la fai tutta, molto spesso, causa nell’inerme ed ignaro arrampicatore inquietanti apparizioni di S.Giorgio o Sant’Uberto dai Piedi scalzi. i!Al suyo Chunopampa, quando si arriva c’è tutto il conclave e i turisti sono ricevuti da un vero comitato di accoglienza… Il segretario del sindaco, o chi per lui, ti fa firmare in piena piazza un registrone con il tuo nome, la tua professione e quanti giorni devi rimanere, (il 99 virgola 99 superperiodico rimane solo una notte!!!) mentre tutto il pueblo guarda i turisti affannati e sudati con un aria fra il curioso, il compassionevole ed il divertito. Ci sono poi tutte donne che parlano fra di loro fitto fitto con la mano sulla bocca, mentre filano la lana sotto con mani agili e costumi bellissimi e colorati; gli uomini, invece, ti squadrano mentre imperturbabili fanno cappelli e sciarpe con la lana filata dalle donne, tenendo dei ferri sotto le ascelle e sferruzzando con una abilità impressionante, come quella di un pianista navigato. Insomma alla fine del rituale vi viene assegnato un numero, corrispondente ad una casa, una donna si alza, vi acchiappa e vi porta presso la vostra (sua) abitazione, che diventerà anche “casa” vostra per il tempo che deciderete di trascorrere a Taquile. Ogni abitazione può ospitare soltanto due turisti per volta perché tutti hanno il diritto, a rotazione, di avere un po’ di guadagno da noi ricconi. Il pernottamento costa 3/4 usd per notte,C'è pure un ristorante comune, o sociale, dove lavorano i membri della comunità. C'è anche un negozio di artigianato comune, dove tutti devono portare i loro lavori a maglia, che sono obbligati a fare, perchè poi possano essere venduti a favore della comunità e di chi li ha fatti in prima persona. Tutti, dopo i 27 anni, devono lavorare, per un certo periodo di ogni anno, a favore della comunità, in ristorante o in negozio! Insomma, una bella comune socialista, in piena regola ed in pieno Sud America, dentro un lago a 4.200 mt di altitudine…da non crederci! La cosa più bella è che anche le donne, qui, possono in teoria (molta teoria) diventare sindaco o ministro! Incredibile. Una volta, abbiamo provocatoriamente chiesto ad un “funzionario” se ci poteva consentire di entrare a far parte della comunità e lui, molto serafico, ci ha risposto che in comunità possono entrare soltanto i nati a Taquile, dopo i 27 anni, e che per gli stranieri c'è bisogno del consiglio di paese con la decisione dell'Alcalde, il sindaco. Poco male.Dopo aver passato una notte quantomeno ''singolare'', si fanno grasse spese e risate nel negozietto locale di artigianato - dai nostri padroni di casa ci siamo fatti fare dei bellissimi cappellini ed un paio di guanti, di straforo ed alla faccia del socialismo reale - e si riparte per il lunghissimo e stancante viaggio di ritorno a Puno, dove, finalmente, si dorme. Tutto questo, come vi dicevo sopra, succede più o meno a Chunopampa Suyo. Quest’anno, invece, visto che viaggiavo da solo con il mio bel gruppetto, sono sceso, dopo aver affittato una bella barca verde speranza (no dai, scherzo, l’ho affittata davvero la barca per i miei amici ma non era verde speranza) all’embarcadero di Kollino Suyo. Su questo bel posto, ci perdo un pochino di tempo e ci spendo un pochino di parole, perché se lo merita proprio…Kollino, è la comunità che sta proprio al centro di Taquile, ed è, diciamo, amministrata, dal punto di vista della ospitalità ai turisti, da due o tre personaggi. Uno è il mio amico Isidro, che è di una simpatia e competenza davvero fuori dal normale. Ha una ossessione pressoché maniacale per l’obbiettivo di conservare i costumi di Taquile (conservamos los costumbres…diceva sempre….lo chiamavamo noi! Il signor costumbre), e tutto, per lui, orbita attorno a questo. Di contro, tuttavia, lui i costumi e gli usi antichi di Taquile, li ama, li conosce e li rispetta davvero. Ce ne siamo accorti quando ci ha accompagnato a fare una bellissima passeggiata d’istruzione attraverso tutti e sei i suyos di Taquile, e ci ha illustrato nei minimi dettagli tutte le piante autoctone, le loro proprietà e i loro usi…addirittura mi ha fatto lavare le mani usando come sapone una pianta macinata!Vedete, esistono due tipi di Perù…quello dei luoghi comuni, e quello dei luoghi reali…Kollino, è ancora un luogo reale, come molti altri che io ed i miei amici abbiamo avuto la fortuna di visitare durante questo viaggio, e che più avanti vi racconto. A Kollino, tutto è ancora poco intaccato dal turismo, che, invece, negli altri suyos di Taquile sta iniziando a lasciare i suoi segni, non sempre positivi. Le sistemazioni per noi viaggiatori sono davvero basiche, ma pulite e sicure. Quest’anno, le mie lenzuola profumavano di bucato. Quest’anno, addirittura, sono stato onorato della richiesta di diventare padrino di un bambino bellissimo, il piccolo Rojer Huatta Quispe, che ha avuto la sfortuna di vedersi tagliati i capelli dal sottoscritto (così funziona la cerimonia, haime!) Io, non potevo certo rifiutare, così, adesso, ho un figlioccio Perùviano bello come il sole ma con i capelli da ospedale psichiatrico…per farmi perdonare gli mando un pacco di giocattoli per natale!!! Edwin, il papa di Rojer, e quindi suppongo mio compare, ha una bella casetta dove ospita i turisti, pulita ed accogliente e con un panorama mozzafiato, sta proprio in cima a tutti. Io c’ho l’e-mail per contattarlo……e voi no! (bastardo che sono he!). Insomma, pernottando a Kollino, almeno dal mio punto di vista, significa essere dei privilegiati rispetto a chi se ne sta…beato e inconsapevole….nella parte affollata dell’isola, che è tuttavia bellissima, ma no bella come Kollino, almeno per come la vedo io! Un consiglio. Come tutti, ovviamente, anche voi, come ho fatto io (homo pirla), sarete colti da una irrefrenabile voglia di prendere una quintalata di sole sulla barca che vi porta da Puno a Taquile, oppure avrete la bella pensata una volta arrivati sull’isola (a meno che non tiri vento forte, che allora fa davvero freddo). Quando esce un bel sole caldo in una giornata limpida, infatti, è davvero piacevole stare “spaparanzati” (in lingua terrona significa “sdraiati”) al tepore a prendere un pochino di colore…il problema, però, è che se non vi mettete un secchio, anzi due, di crema solare protezione 1.000.000 alla “n”, la sera potreste sentire la urgente necessità di svitarvi la testa dal collo e buttarla nel gelido lago, perché avrete ridotto la vostra la pelle ruvida come una ramina arrugginita e bruciata come un dito appiccicato sulla piastra per cuocere le bistecche. Insomma, fate attenzione, perché poi il fastidio di una brutta scottatura da sole peruviano dura almeno un paio di giorni. Indovinate perché lo so?…(la risposta “perché sei un pirla”… non vale)

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